Candy Shop

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    Angelici
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    Klaus Morsen | 673 | Angelo | scheda livello
    Yeah
    Uh-huh
    So seductive

    E' da questa mattina che si è svegliato con una canzone in testa. Cosa che gli accade spesso in verità e spazia per i generi più disparati. Con il tempo ha anche imparato a dar credito a queste piccole premonizioni che ha al mattino, cercando di seguire il la scia il più possibile. Ricorda ancora quando si svegliò con il ritornello del Barbiere di Siviglia in mente, riuscendo così a ad andare all'appuntamento preso dal barbiere appunto settimane prima. Queste sono le premonizioni utili nella vita, altrochè.
    Canticchia le parole che è riuscito con difficoltà a ricostruire di un testo che proprio gli continua a sfuggire. Dichiarando la propria resa, quindi, ha deciso di sfruttare l'orario per un giro al Core. Ha bisogno di alcune erbe per i suoi rituali divinatori ed un paio di libri di Sigillistica che ha ordinato da settimane, ma l'arsura gli ha impedito di recuperare.
    Ha inforcato una maglietta verde ed un paio di jeans e si è spostato verso la zona dei Nascosti a cavalcioni della sua moto. Posteggiata malamente si è dedicato ad un lungo, lunghissimo giro di shopping sfrenato. Incensi rituali, alcune rune, i libri di Sigillistica (è stato anche sgridato per il ritardo, ma per fortuna al soldo non si guarda in bocca???) e qualche altro ninnolo.
    Sulla via del ritorno, però, la sua illuminazione divina si è fatta sempre più palpabile e sicura.
    I'll take you to the candy shop
    I'll let you lick the lollipop
    Go 'head girl don't you stop
    Keep going 'til you hit the spot, whoa

    A mò di maniaco ha spaventato un paio di ragazze al passeggio, probabilmente sue studentesse che ha girato alla larga alle sue dichiarazioni equivoche. Come può aver dimenticato un pezzo così fondamentale della musica dei Diurni e dei Notturni?
    Si passa la mano a sfregare la barba rossiccia mentre lo sguardo acquoso di muove per le strade alla ricerca della via più breve per avvicinarsi ad un negozio di dolciumi di cui ha sentito parlare da alcuni colleghi. Gli hanno detto che addirittura gli Elfi, solitamente schizzinosi come pochi, han ceduto alla bontà dei dolci venduti lì. E se è vero che il suo corpo è un tempio, va detto che se deve scegliere a quale tentazione cedere di tanto in tanto, deve ammettere che un buon dolce è il suo peccato.
    Zigzaga per le strade in direzione del negozio. Vede uno strano oggetto davanti il negozio, probabilmente una specie di golem o qualcosa del genere che si muove convulsamente.
    Che la sua premonizione sia dovuta ad una minaccia?




     
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  2. Zelda Hargreeves
     
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    Zelda Hargreeves | 24 y.o. | Fata | scheda livello
    Zelda non aveva mai vantato un conto in banca molto elevato, ma non se n’era mai lamentata. Non aveva mai avuto bisogno di chiedere un aiuto economico a suo padre, era riuscita piuttosto in fretta a “lasciare il nido” per crearsi una propria indipendenza, iniziando a lavorare già da adolescente e riuscendo a risparmiare abbastanza per poter campare. Non poteva certo permettersi di vivere in un quartiere di lusso, né in un attico; non per caso divideva l’affitto di un piccolo appartamento con Niral.
    Inutile dire che ancora Zelda non riuscisse a capire il perché la ragazza continuasse a vivere con lei nonostante ne combinasse una al minuto – tipo lasciare una sedia al centro della stanza o un lego per terra mentre camminava a piedi nudi –, pur avendo una sistemazione lavorativa decisamente migliore rispetto alla sua. Alle volte pensava che le facesse un po’ pena, visto che non aveva neanche moltissimi amici sui quali appoggiarsi. Si erano ritrovate, in un certo senso.
    In ogni caso Zelda, proprio per i suoi evidenti problemi economici, non poteva permettersi di dire no al suo capo – neanche se lo avesse voluto per davvero. In effetti le mansioni della ragazza al negozio spaziavano dalla sistemazione del magazzino, alla gestione della cassa e alla pubblicità.
    Non era la prima volta che costringeva la Hargreeves a travestirsi in modo buffo e a rimanere in prossimità dell’entrata del negozio per “attirare” clienti. In molti avrebbero potuto asserire al contrario – chi si avvicinerebbe ad un posto simile, pur sapendo che a suggerirtelo è stato un muffin gigante che agitava convulsamente le mani a suon di musica rock? – ma Zelda era orgogliosa di ciò che faceva.
    Ma soprattutto convintissima.
    «Olè olè olà, sono una grandissima caramellà! Tududì tududà, ma che gran bontà!»
    In pratica era come se fosse carnevale tutti i giorni. Come poteva annoiarsi?
    Agitava le mani a mezz’aria e danzava fingendosi aggraziata soltanto come una professionista poteva essere – con l’unica differenza che Zelda, in vita sua, non aveva mai messo piede in una scuola di danza.
    «Entrate entrate, su su! Oggi ci sono i saldi: prendi due e paghi tre. Ah no aspe’.. TUDUDì TUDUDA’!»
    Ignorò le occhiatacce della gente, ma piuttosto dedicò più attenzioni a chi le ricambiava un sorriso: lei non poteva leggere i loro pensieri e non poteva neanche immaginare che quello fosse un sorriso di compassione.
    «Salve salve! Ma che bel boliduccio, scommetto che va che è una meraviglia. Ma mi dica: come se lo immagina un bel tramonto in moto e un bel sacchetto di caramelle in mano? Mh? Non è eccitante? Entri entri, oggi ci sono i saldi! TUDUDì TUDUDA', TUTTA UNA GRANDE BONTA'!»
    Ormai chi la ferma più?
     
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    Angelici
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    Klaus Morsen | 673 | Angelo | scheda livello
    Nella sua vita ha visto molte cose.
    Ha visto il morso di un topo trasformarsi in una costellazione di bubboni neri, così putridi e gonfi da arrivare a stringerti il respiro.
    Ha visto cavalieri brillanti nelle loro vesti candide, trapassare innocenti nel nome di qualcosa di Superiore.
    Ha visto demogorgoni fagocitare esseri umani e triturarli con file zigrinate di denti affilati.
    Ha visto incubi profetici così orrendi da poter uccidere con il solo ricordo.
    Eppure vedere un muffin gigante, animato, che ti saluta e cerca di truffarti con strane offerte è qualcosa che lo lascia attonito e senza parole.
    Francamente ha sperato, pregato l'Angelo, che la visione fosse di un golem. Ed invece no, è una donna, trillante ed energica, che continua a sbracciarsi con una grazia quantomento discutibile.
    La osserva.
    Perplesso.
    In silenzio.
    A mò di maniaco.
    Interdetto.
    Attonito.
    Alla nunziovista sta.
    Muto.
    Pensando all'ultima ora dell'uom fatale (che stia per morire?).
    Riavvia il sistema, destandosi dalla profonda trance.
    Una meraviglia
    Conferma ancora cercando di capacitarsi circa quanto sta vedendo. Non sa se esser perplesso per l'energia e la forza prorompete con cui la donna si dedica al suo mestiere o al costume da muffin gigante.
    Non lo definirei eccitante...
    Commenta secco non riuscendo a percepire il brio della donna, anzi, ne è ancora un po' turbato.
    Forse piacevole, credo
    Aggiunge a rettificare la sua espressione. Fossilizzato sul dettaglio, rischia di perdersi il succo generale. Ma è fatto così, è questione anche di forma. Si perde, intanto, nei meandri della riflessione, più che etimologica, circa il fatto che, questa umanità è veramente costretta a vivere un'Inferno. Basti guardare la donna. Hanno bisogno di aiuto, di una guida, di un Angelo per uscire da queste fiamme. Come il suo progenitore fece in passato, così dovrà fare anche lui.
    Avete anche dei leccalecca?
    Domanda destandosi e ritornando al motivo della sua visita. La sua visione era chiara ed ancora non ha ben compreso dove vuole portarlo.


     
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  4. Zelda Hargreeves
     
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    Zelda Hargreeves | 24 y.o. | Fata | scheda livello
    Davvero molto poche erano le cose che Zelda non voleva fare in quel negozio dove lavorava ormai da un annetto: tipo pulire i bagni riservati ai clienti o passare lo straccio per terra. Povera Niral, costretta a dover fare i conti con una Zelda costantemente svogliata a fare le pulizie in casa. Non che vivessero nella sporcizia più totale, ma la Hargreeves era più tipo da godersi un pomeriggio sul divano a guardare la tv, quando era libera, e non da passare ore e ore con uno straccio in mano e un secchio appresso.
    Zelda era eccentrica, stramba (come la definivano in molti), probabilmente per questo il suo Capo – notandola, visto che di certo non passava inosservata – aveva deciso di assumerla.
    Per cui, quando le veniva chiesto di indossare buffi costumi e fare la scema per strada in modo da attirare clienti (???) in negozio, non si tirava mai indietro: d’altro canto era solita indossare costumi e andarci in giro per il semplice gusto di farlo, se poi la pagavano era anche meglio.
    Il potenziale cliente, quello arrivato in moto, sembrava ormai essersi convinto ad entrare – o per lo meno era quello che Zelda aveva inteso. Non era bravissima a capire la gente, ma sapeva quanta curiosità innescava negli altri ogni volta che si comportava in quella maniera.
    Solo una volta, in fin dei conti, le era stato espressamente chiesto se fosse fuggita dal reparto psichiatrico di un qualche ospedale. Pff!
    «Beh sì, può usare tutte le parole che vuole. Però le piace l’idea, eh? Benissimo! Lo dica dopo al mio Capo che a suggerirgliela sono stata io, ne sarà molto contento.»
    Specie se la spesa dello sconosciuto sarebbe stata bella abbondante.
    La donna quindi continuò a “ballare” (= muovere convulsamente le mani in modo scoordinato ad un ritmo di musica che suonava unicamente dentro la sua testa) davanti l’ingresso del negozio, salutando gente a caso di passaggio mentre gettava di tanto in tanto occhiate in direzione della moto dell’uomo.
    Che bolidone, ragazzi.
    Era sicura che una moto simile arrivasse persino a trecento!
    Come se lei si intendesse di quel genere di cose. Le piaceva guardare il Tg Motori la domenica a pranzo davanti ad un bel piatto di vongole, solo che non aveva mai avuto il coraggio di salirci sopra (e non intendeva salire sopra le vongole): non sapeva neanche andare in bicicletta, figuriamoci tenere su una moto del genere!
    «E’ un negozio di caramelle, certo che abbiamo le leccalecca! Ci sono tutti i gusti che vuole. Avanti, ne dica uno! Sicuramente ci sarà! Fragola? Vomito? Amarena? Cioccolata? Spritz? Vedrà vedrà!»
    E fu un “vedrà vedrà” accompagnato da una giravolta su sé stessa.
     
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3 replies since 4/7/2022, 18:14   86 views
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