Meet Me Halfway

Damien

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    Reya Khan | 24 y.o. | Whitch | scheda livello
    Quiete.
    Il silenzio era tutto ciò di cui aveva bisogno il più delle volte, quando il continuo vociare e relativo chiacchiericcio di chi la circondava diventavano intollerabili.
    Uno sbuffo d'aria che si mischiava a quelli di nicotina che, dall'interno del locale, ricercavano la libertà del fresco della sera.
    A Los Angeles difficilmente le temperature raggiungevano picchi per cui la popolazione si rinchiudeva al caldo nelle proprie dimore, ma per Reya non erano mai sufficientemente alte. Nulla per lei era mai abbastanza, ma oramai questo era chiaro a chiunque la conoscesse o semplicemente la guardasse.
    Un altro sorso di una bevanda di cui non ricordava il nome. Non ne conosceva il colore, solo la consistenza tra la lingua e il palato, il sapore amaro di un frutto probabilmente proibito. Quando mai a lei spettava qualcosa che potesse essere considerato vagamente lecito?
    Un respiro, palpebre basse sugli occhi vitrei che scrutavano l'invisibile, il buio della sera che era nulla in confronto a quello che l'accoglieva ogni giorno da quasi nove anni.
    L'anniversario di quell'incidente arrivava sempre alla fin fine, puntuale come un orologio svizzero. Non importava quanto cercasse di non pensarci, di dimenticarlo, la magia e il ricordo non glielo permettevano.
    «Tanti auguri a me.»
    Un sussurro sommesso tra le note emesse dal complesso che per quella sera aveva l'onore e l'onere di intrattenere il raffinato quanto pretenzioso pubblico del Rooftop. Era un'abitué di quel posto, sentiva di potersi amalgamare bene tra quella gente che non la conosceva, che non vedeva, ma che sapeva osservarla con aria quasi famelica. Spesso la sua condizione generava compassione, altre volte incuteva un timore che sentiva più adatto a rivestire.
    Su quel dondolo affacciato sulla terrazza, la strega dagli occhi d'argento attese la fine di un altro giorno, nella banalità di un'esistenza che iniziava a starle stretta. Le interruzioni erano sempre ben gradite in quel periodo, motivo per cui, quando colse dei passi inaspettati, sorrise, pur dando le spalle al nuovo arrivato che condivideva con lei qualcosa di oscuro.
    «Non è carino comparire di soppiatto alle spalle di una ragazza sola e indifesa.»
    Era una ragazza ed era sola, quanto all'indifesa... ci sarebbe stato di che discutere.
     
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